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l'interno del ponte

ALESSANDRIA, RICCA DI STORIA E FERMENTI DI LIBERTA'...
Alessandria, "terra di antiche tradizioni, di libertà, fedele alle sue glorie civili, e sociali..."
"...non è stata fondata da un giorno all'altro, come vuole la leggenda. E' stata un'impresa collettiva, lenta, faticosa, risultato di collaborazione da parte di genti diverse." Così scrisse Umberto Eco.
Alessandria, adagiata nella pianura alluvionale dei fiumi Tanaro e Bormida, è una delle prime quattro province piemontesi ricca di storia e di fremiti di libertà. Ce ne si accorge passeggiando per le vie del centro storico , visitando le sue antiche chiese e palazzi, che parlano da soli....Il cuore della città è rappresentato da piazza della Libertà, detta


Palazzo Ghilini
anticamente Platea Maior. Piazza D'Armi, qui ideata da Napoleone, con la demolizione della Cattedrale del XIII° sec. nel 1803, è dominata dalla statua di Urbano Rattazzi, capo dell'Ala Democratica del Parlamento Subalpino tra il 1848 e il 1849. Al centro della piazza si affaccia l'antico Palatium Vetus, sorto intorno al 1170, che nel XIII°-XIV° sec. divenne il Broletto, dove si svolgeva la vita politica, amministrativa e giudiziaria del comune medioevale.
In seguito divenne Distretto Militare e poi sede della Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria, che ne finanziò il restauro. Grazie a quest'ultimo sono tornati alla luce alcuni elementi di epoca medioevali.
Quando si entra nel palazzo si viene ospitati in un portico al pian terreno e in una sala ritornata al suo stato originario dopo la rimozione dell'intonaco settecento-ottocentesco.In uno dei cortili poi si accede ad un arioso portico con archi a sesto acuto.
Nella bella sala al primo piano invece si distinguono finestre a trifore e frammenti di affreschi originari del XIII°-XVII°°sec., tra cui lo stemma della città, una croce rossa in campo bianco.
Portici
Interessante è anche il Palazzo Rosso , così detto per il colore della facciata, dotato di un orologio a tre quadranti, con sulla cima il galletto sottratto dagli alessandrini ai casalesi ( gli abitanti di Casale) nel 1225. Fu cosi ricostruito dopo essere stato bombardato nel 1944, durante l'Ultima Guerra.
Un tempo il palazzo ospitava il Teatro Municipale. Al suo interno nel 1896 fu rappresentato "L'Amico Fritz" di Pietro Mascagni, che fu diretto dal maestro Palminteri, di cui scrisse la Gazzetta di Torino: " Bene i comprimari ed i cori, l'orchestra attenta, disciplinata, rende tutti i coloriti, tutte le fioriture, e di ciò va dato merito speciale al maestro Antonio Palminteri, concertatore scrupoloso, direttore energico e sicuro".

Palazzo Rosso

All'interno del teatro si vede ancora il foyer, dove si trova l'ufficio per le pubbliche relazioni con il pubblico. Nel 1775 il teatro fu inaugurato con l'opera "Antigona" di Bertoni. Il sipario si apri su una sala con quattro ordini di palchi e al di sopra un piccolo loggione. In tutto vi erano 1500 posti a sedere.
Tuttavia il palazzo più bello e monumentale è palazzo Ghilini. In stile barocco-piemontese, deve il suo nome al suo committente, il marchese Tommaso Ottaviano, che lo fece edificare nel XVIII° sec. La famiglia Ghilini era composta da vescovi, cardinali, letterati, diplomatici..., quanti se ne potevano contare nella stessa
Tra giardini e antichi palazzi il campanile del Duomo
città, che contribuirono notevolmente al suo sviluppo.
Accanto a piazza della Libertà, si trova la piccola e raccolta piazza del Duomo con la Cattedrale neoclassica, che ospita all'interno la statua lignea della Madonna della Salve. Particolare interessante che contraddistingue la facciata è "Gagliando che regge una formaggetta lodigiana", una scultura romanica raffigurante l'eroe che aiutò la città durante l'assedio dell'imperatore Barbarossa. Altissimo è il campanile in stili diversi, che misura 106 metri.
Scrisse di Alessandria il Poeta nella Divina Commedia:
"Quel che più basso tra costor s'atterra,
guardando in suso, è Guglielmo, marchese,
per cui Alessandria e la sua guerra
fa pianger Monferrato e Canavese."
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, Versi 133-136)
Testo e Foto di
Grazia Paganuzzi

antica chiesa
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