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Tanta storia e arte nel centro storico di Monza
Il cuore del centro storico di Monza si trova nello splendore del Duomo e della sua piazza,
Qui sorse la basilica voluta dalla regina Teodolinda nel VI° sec., e attorno ad essa il borgo originario.
Una leggenda medioevale narra che a Teodolinda apparve in sogno una colomba che le indicò questo luogo. Il suo nome era Modoetia, ed aveva origine dalle parole pronunciate nel sogno, Modo (qui) ed Etiam (si). Nel 1300 si pensò di rinnovare la struttura, di cui la prima parte terminò nel 1346 con la benedizione dell'Altare Maggiore. L'interno era a croce latina con tre navate, mentre le cappelle furono costruite successivamente, dopo la metà del 1500.
 
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Monza, il Duomo.jpg
Il Duomo
Nei secoli  seguenti la Cattedrale fu impreziosita da numerose opere d'arte , tra cui il coro, mentre ad Ercole Turati si deve lo svettante campanile, eretto nel 1592.
Nella cappella di Teodolinda, a sinistra dell'Altare Maggiore, si trovano tuttora le magnifiche pitture murali degli Zavattari, un capolavoro del gotico internazionle,  che furono dipinte in omaggio alla regione. Qui è ospitata la famosa Corona Ferrea, l'opera di oreficeria più importante e conosciuta della cristianità. Secondo la tradizione pare infatti che l'anello che si trova dentro la corona sia stato ricavato da un chiodo della croce di Cristo. Inoltre con questa vi furono incoronati molti re e imperatori come Carlo Magno e Napoleone. Quando si giunge nella piazza si viene subito colpiti dalla facciata del Duomo per la sua particolare bellezza, dovuta al cromatismo del marmo a fasce bianche 
il Campanile del Duomo
e verdi , il rosone, le bifore e trifore decorate delle finestre, le edicole e le svettanti guglie che esprimevano la potenza e grandezza della chiesa di Monza. Al di sopra del magnifico portale, al centro si trova il rosone di Matteo da Campione. Il protiro si presenta in puro stile rinascimentale , mentre nei due medaglioni dell'arcata si trovano i busti di Teodolinda e di Agilulfo, il suo sposo.
L'interno del Duomo è interamente affrescato , i semicapitelli rappresentano Cristo e gli Evangelisti, mentre sulle pareti si distinguono i ritratti di re longobardi ed imperatori , come Carlo V°. Tra il 1500 e il 1600 fu aggiunto il campanile che nelle belle giornate si staglia contro il cielo azzurro terso ed è alto 78 metri.
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partivcolare di una finestra del Duomo
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Nell'ampia piazza pare di tornare indietro nel tempo davanti alla magnifica facciata del Duomo che ne domina interamente un lato, mentre di fronte sorge il palazzo degli Arcipreti porticato. Un arco neogotico indica l'accesso alla Canonica. Di sera la piazza si accende delle luci dei locali di ristoro e di quella delle stelle.
Accanto alla piazza  del Duomo sorge il Palazzo dell'Arengario. Lo si distingue subito per la sua imponenza con i mattoni rossi, l'ampio porticato e le finestre ad arco rette da tre colonnine , mentre su un lato lo sovrasta la torre. Era questo l'antico palazzo Comunale: "arengarius" in latino significa luogo delle assemblee. Nella sala al primo piano
l'Arengario
oggi sono esposte mostre d'arte ed eventi culturali. Nel porticato si incontrano due personalità manzoniane del romanzo "I Promessi Sposi", la Monaca di Monza e il famigerato Egidio, suo amante, attraverso il racconto della loro vicenda raccontato in forma autobiografica. La storia narrata da Alessandro Manzoni infatti fu ripresa da un fatto vero della città di Monza del 1600.
Nel centro storico, in via Carlo Porta, si incontra la chiesa di S.Maurizio, che in passato era dedicata a S.Marcgherita, sorta sul luogo dove un tempo, nel 1600, si trovava l'omonimo convento degli Umiliati, abitato dalle monache. Qui si sarebbe consumata la storia di Suor Virgina, Suor Gertrude ne "I Promessi Sposi", col suo amante, che nella realtà si chiamava Gian Paolo Osio.
Monza, case sul fiume Lambro.jpg
le case a ballatoio sul fiume Lambro
Monza, la vista sul Lambro dal ponte dei Leoni.jpg
la vista dal ponte dei Leoni sul fiume Lambro
Dall'Arengario, imboccando via Lambro, si arriva allo storico ponte dei Leoni, dalla bella vista sul verde e le case che si specchiano nel fiume. Il nome del ponte deriva da quattro grandi statue di leoni posti ai quattro angoli.
Il lungofiume è delizioso per rilassarsi davanti ai riflessi verdi dell'acqua, in cui si specchia la ricca vegetazione insieme alle caratteristiche case a ballatoio, sedendosi ai tavolini di uno dei locali di ristoro. I cespugli straripanti dei giardini paiono tuffarsi nell'acqua, che acquista riflessi cangianti azzurri, verdi, grigi, in mezzo a delle papere che nuotano ignare, mentre l'acqua continua a scorrere sotto i ponti, come il tempo...
Testo e Foto di Grazia Paganuzzi
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